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#losguardodavicino: il necessario e fondamentale

Bentrovati in un nuovo articolo di questa rubrica che, come mi aspettavo e come avevo preannunciato già dal primo articolo, procede molto a rilento – ma l’importante è che proceda! Finalmente posso scrivere un aggiornamento in tal senso dato che mi sono arrivati dei nuovi libri e dato che effettivamente ne ho letti molti nell’ultimo mese e un po’ (siamo a giorno 10 e non posso ancora dire “e mezzo”!). Come potrete immaginare, i libri letti sono stati quasi tutti quelli della lista infinita che trovate su segni di vita; ma ne inserirò soltanto due nelle letture consigliate di oggi perché sono entrati a far parte del mio scaffale di libri preferiti.

Letture clou consigliate

Nel profilo instagram del blog ho già speso qualche parola e qualche foto a proposito di questi due libri, che si sono rivelati per me i più importanti e degni di nota del 2017. Il primo libro che vi consiglio, in ordine di lettura, è Il consiglio d’Egitto di Leonardo Sciascia, edito Adelphi ed acquistato a 18,50 €. Nonostante la mia iniziale difficoltà ad entrare appieno nella scrittura sciasciana, difficoltà dovuta essenzialmente ad una disattenzione cronica che mi trascinavo dietro nel periodo in cui ho intrapreso la lettura, dopo pochissime pagine sono stata presa da un vortice di spunti riflessivi quasi dolorosi. L’abate Vella e l’avvocato Di Blasi sono due figure molto diverse eppure affini: il primo immorale, impostore ideale per un potere menzognero; il secondo dalle forti spinte morali e dai grandi valori, sempre coerente con se stesso, caratterizzato da un destino di vero eroe sciasciano. In questo libro la Sicilia è posta al confronto diretto non con l’Italia, ma con la grande Europa illuminista, messa a soqquadro dall’onda rivoluzionaria del 1789 che però, nella penisola, non ha provocato i grandi cambiamenti sperati da intellettuali come il Di Blasi. Possiamo dire che Sciascia innesta le sue idee e opinioni nell’animo di alcuni personaggi, e in questo modo riesce a riflettere anche sulla funzione della letteratura, mostrando la sua speranza nella cultura e nella ragione, che sembra estinguersi nella piega presa dagli eventi.
E’ stata una lettura davvero illuminante.

Il secondo portentoso libro che vi consiglio è Canne al vento di Grazia Deledda, acquistato al prezzo di 9,50 € ed edito Oscar Mondadori. Deledda per me è stata una scoperta piacevolissima, un’altra di quelle personalità di cui dovrò colmare le lacune nella mia formazione, immense, incommensurabili lacune. Pubblicato nel 1913, Canne al vento riscontrò un enorme successo, e diede alla luce uno dei personaggi novecenteschi più ricordati, il servo Efix. Il paesaggio sardo è lo sfondo delle vicende, ed è pervaso da punte di magia e mistero, come a rappresentare l’ignoto e la potenza inarrestabile della sorte che aleggia attorno agli uomini. Il senso ultimo del romanzo è infatti questo, rendere nota l’irreversibilità della sorte, di un destino che ci travolge come le canne sotto il soffio vigoroso del vento che, spesso, le fa spezzare. Deledda affronta magistralmente tematiche come l’amore, la fragilità umana, l’onore, la miseria, la colpa e il peccato da espiare, le conseguenze delle proprie azioni. Uno degli aspetti che più mi ha colpito è la mancata distinzione tra uomini buoni e cattivi: siamo tutti soli, piccoli e indifesi in balìa del vento, vera forza trainante della storia.
Anche questa è stata una lettura fondamentale.

Acquisti

Arriviamo alla parte delle new entries della libreria! Ultimamente mi sono decisa a stilare una wish list – che ovviamente si è rivelata chilometrica – e sono riuscita ad ottenere ben cinque dei libri che desideravo grazie ad una persona speciale (♥). Questo lunedì da Amazon sono arrivati:

71WTp-JiGBL.jpg<< “Poesia in fuga” è stata definita l’opera di Dino Campana, per l’urgenza di contenuti, l’impasto verbale furioso e straziante, la tensione alla costruzione sempre delusa, l’intrinseca componente trasfiguratrice e visionaria, la dimensione simbolico-metafisica. I versi e le prose liriche di questo volume sono riconosciuti come uno degli esiti più originali della poesia italiana del Novecento: apertamente sperimentali nella forma, sono una folgorante evocazione dei grandi temi del decadentismo e del simbolismo, rivissuti con eccezionale impeto lirico. Ma sono anche la testimonianza più pura di un poeta unico e straordinario, anzi l’immagine stessa della passione poetica, di una vocazione lirica autentica perseguita fino alla follia. >>

 

81aE-vYIAYL.jpg<< Rimbaud percorse come una meteora la traiettoria che porta da Baudelaire al simbolismo e ai presentimenti del surrealismo. Teorizzò e incarnò la figura del poeta veggente, maledetto e al tempo stesso supremo sapiente, capace di giungere, per mezzo dello “sregolamento di tutti i sensi”, a una visione dell’ignoto che è nel contempo visione dell’assoluto e del nulla. Profondo interprete della crisi nichilista della cultura europea, visse l’euforica voluttà della rivolta, ma conobbe anche lo sgomento per aver osato tanta sfida e lo scacco di chi, sconfitto nel suo tentativo di porsi al di là del bene e del male, esibisce tutte le piaghe della sua anima ulcerata e sceglie per sempre il silenzio. Per la carica utopica, l’ansia radicale di palingenesi e le audacie espressive della sua lirica intessuta di immagini violente, metafore abbaglianti, ritmi originalissimi, Rimbaud è uno dei numi tutelari della poesia del Novecento. >>

 

9788804668381_0_0_1550_75.jpg<< Un romanzo sul piacere di leggere romanzi: protagonista è il Lettore, che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l’inizio di dieci romanzi d’autori immaginari, tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro. Più che identificarmi con l’autore di ognuno dei dieci romanzi, ho cercato d’identificarmi col lettore. Ma soprattutto ho cercato di dare evidenza al fatto che ogni libro nasce in presenza d’altri libri, in rapporto e confronto ad altri libri. >> Italo Calvino

 

 

8e1b7b0168cd10aedc7b5727ff37fddc_w600_h_mw_mh_cs_cx_cy.jpg<< A Lukones, in una villa isolata, una madre e un figlio si fronteggiano. Lui, don Gonzalo, che le dicerie vogliono iracondo, vorace, crudele e avarissimo, è divorato da un male oscuro, quello che “si porta dentro di sé per tutto il fulgurato scoscendere d’una vita”. Lei, la Signora, è ridotta da una desolata vecchiezza e dal lutto per la morte dell’altro figlio (il “suo sangue più bello!”)  a una spettrale sopravvivenza. Li unisce un amore sconfinato, li separa un viluppo di gelosia, senso di colpa, rancore, dolore – preludio al più atroce degli epiloghi. Intorno a loro una casa dissennata, feticcio narcissico ed epicentro di ogni nevrosi, estremo rifugio e tomba , e un’immaginaria terra sudamericana identica alla nostra Brianza, vessata dai Nistitùos provinciales de vigilancia para la noche – che a tutti vorrebbero imporre la loro violenta protezione –, assediata da robinie e banzavòis, disseminata di strampalate ville, popolata di “calibani gutturaloidi” che come miserabili Proci dilapidano le attenzioni della Signora. E che Gonzalo vorrebbe cancellare, insieme al barcollante feudo e a tutte le “figurazioni non valide”. Perché il “male invisibile” da cui è affetto lo  condanna a distinguerle e negarle, quelle “parvenze”: a respingere la “cara normalità”, la turpe contingenza del mondo. Anche a prezzo di negare se stesso, anche a prezzo della più dura cognizione, quella che consegna alla solitudine e alla “rapina del dolore”. >>

 

51Q-HBdx3zL._SX352_BO1,204,203,200_.jpg<< Ultima settimana del novembre 1327. Il novizio Adso da Melk  accompagna in un’abbazia dell’alta Italia frate Guglielmo da Baskerville, incaricato di una sottile e imprecisa missione diplomatica. Ex inquisitore, amico di Gugliemo di Occam e di Marsilio da Padova, frate Guglielmo si trova a dover dipanare una serie di misteriosi delitti (sette in sette giorni, perpetrati nel chiuso della cinta abbaziale) che insanguinano una biblioteca labirintica e inaccessibile. Per risolvere il caso, Guglielmo dovrà decifrare indizi di ogni genere, dal comportamento dei santi a quello degli eretici, dalle scritture negromantiche al linguaggio delle erbe, da manoscritti in lingue ignote alle mosse diplomatiche degli uomini di potere. La soluzione arriverà, forse troppo tardi, in termini di giorni, forse troppo presto, in termini di secoli. >>

Qualcuno conosce questi capolavori e li ha già letti? Se sì, fatemi sapere cosa ne pensate, chè sicuramente prima o poi compariranno nei prossimi articoli! ♥

 



2 risposte a “#losguardodavicino: il necessario e fondamentale”

  1. C’è stato un periodo, durante la tarda adolescenza, in cui mi nutrivo letteralmente di pane e Rimbaud. Ho letto e riletto Illuminazioni e Una stagione all’inferno. Lo adoro.

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    1. Io ho letto molto poco quindi non vedo l’ora di divorare questa raccolta! 😍

      Piace a 1 persona

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Retroscena

Sono Anna Negri, classe ’98, dottoranda in Studi Umanistici a Palermo, ex libraia Mondadori, lettrice appassionata (soprattutto di poesia), aspirante scrittrice secondo il mio diario di terza media. Qui raccolgo attività, pareri, approfondimenti.

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