Un’altra notizia al telegiornale, un’altra volta mi ha invaso un sentimento di ira incontrollabile e di impotenza: una dottoressa di turno alla guardia medica di Catania è stata stuprata da un operaio 26enne, entrato in ambulatorio con la scusa di aver bisogno di cure. Un’altra donna è stata stuprata.
Almeno una volta al giorno sento notizie di questo mostruoso genere, e mi chiedo dove siamo finiti. Ad oggi vengono registrati 11 abusi al giorno, in Italia. Vi indico una lettura per aprire meglio gli occhi, ovvero Se questi sono gli uomini di Riccardo Iacona, giornalista con cui ho avuto il piacere di scambiare qualche parola ad una conferenza relativa a questo argomento. Vi cito il libro perché la pagina 124 dello stesso recita così:
Il 93 per cento delle violenze perpetrate dal coniuge o dall’ex non viene denunciato. Solo il 6,2 per cento delle violenze è opera di sconosciuti, mentre il resto dei maltrattanti sono partner o ex partner. Una cosa è sicura. In Italia il numero delle donne uccise dal 2006 a oggi è in costante aumento. Perché? La risposta è nel prezioso rapporto Istat che fotografa l’Italia nel 2006. <<Sono 6,743 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni che, almeno una volta nella vita, sono state vittime di violenza, fisica o sessuale, pari al 31,9 per cento della popolazione femminile>> recita il rapporto, rivelandoci che il fenomeno della violenza fisica e sessuale degli uomini contro le donne ha riguardato un terzo delle donne che vivono in Italia, un dato incredibile.
Iacona si sofferma sulla “strage delle donne” del 2012, ma l’uccisione di una donna non è molto diversa dallo stupro. In entrambi i casi, una donna muore, che si tratti di una morte fisica o di un laceramento interno alla propria esistenza.
Voi, uomini, che concezione possedete di un corpo femminile? Non sono qui per additare il genere maschile nel suo insieme; voglio solo pormi delle domande e porle a voi. E voglio anche chiedere ad alcune donne che rappresentano la vergogna del genere femminile: che concezione avete di un corpo di donna che non sia il vostro? Spiego meglio.
Soprattutto sui social si scovano innumerevoli dibattiti e commenti scandalosi in cui il problema primario sembra quello della motivazione che ha spinto un uomo a violentare una donna, come se fosse un atto giustificabile in qualche maniera. Il problema sembra essere “come era vestita?” “lei lo avrà provocato” “chissà cosa gli ha detto”. Ciò che impressiona maggiormente è constatare che il 50 per cento di quei commenti sono stati scritti da DONNE. Donne. E io non riesco a spiegarmi ciò. Allora mi convinco semplicemente che il mondo fa davvero schifo e che è davvero raro che qualcuno di noi si salvi da questa ventata inesorabile di ignoranza, di malvagità e di assurde schifosità. Chiamatemi pessimista, ma potete riscontrare da soli la portata abissale di tutto quello che si legge puntualmente sul Web.
Un altro fatto sconcertante è leggere articoli che si pongono il “fondamentale quesito” di calcolare le percentuali di stupratori stranieri e italiani. Allora leggo che 4 stupratori su 10 sono stranieri, sono “immigrati”, affinché gli Italiani possano guardare a ciò che accade nel mondo sempre più nell’ottica delle “invasioni dei barconi”. Ora però, una mente lucida, come una volta ha scritto la fantastica Arcangela Saverino, mia amica, dovrebbe pensare che se 4 su 10 sono stranieri, allora 6 su 10 sono italiani. Ci sentiamo meglio? Cosa abbiamo ottenuto con questi numeri? Conoscere le nazionalità degli stupratori risulta così fondamentale? Io direi piuttosto di soffermarci sul fatto, che è uno stupro, è un omicidio, è un abuso, una violenza, atti che non devono mai essere giustificati, se ancora possiamo farci definire “esseri umani”. Di fronte a questi numeri mi viene la nausea e riesco solo a pensare che di questo passo non facciamo che distogliere gli occhi dall’elemento cruciale, ovvero che 10 su 10 sono stupratori e assassini.
Non mi porrei il problema della nazionalità, non mi porrei il problema della gonna corta, della maglietta scollata, dell’andare a fare compere da sola o trovarsi da sola sul luogo di lavoro. Io non mi porrei il problema della normalità di una vita che vive la sua quotidianità e che fa quello che vuole. Perché mentre certe teste cieche si concentrano su ciò, un ragazzino di 17 anni, appena pochi giorni fa, ha ucciso a pietrate la ragazza Noemi Durini di 16. Guardiamo in faccia la realtà per una volta, e chiediamoci: “cosa stiamo facendo per evitare che tutto ciò accada?” “cosa manca all’educazione dei nostri giovani?” “quali esempi stiamo dando loro?”. Qualcuno ha detto bene: “Viviamo in una società che insegna alle donne a difendersi dallo stupro, invece di insegnare agli uomini a non stuprare le donne”. Lavorando sulla base allora forse potremmo trovare un modo per fermare questo inferno, prima che si ricominci con la stessa storia inverosimile:
“Come era vestita una dottoressa di turno in guardia medica?”
Ringrazio la mia collega e amica Roberta Picone che, in un momento di comune rabbia, mi ha aiutata a trovare il titolo di questo breve pezzo.
Non credo ci sia nulla da aggiungere
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Triste realtà…
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Non è necessario aggiungere nulla…
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Ahimè…
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