Nel 1835, nella raccolta dei Canti, veniva pubblicata A se stesso, del giovane favoloso Giacomo Leopardi. Componimento appartenente al cosiddetto Ciclo di Aspasia, si dice fosse stato ispirato dall’amore disilluso del poeta per la nobildonna Fanny Targioni Tozzetti:
A se stesso
Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perì l’inganno estremo,
ch’eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, né di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T’acqueta omai. Dispera
l’ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Omai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che. ascoso, a comun danno impera,
e l’infinita vanità del tutto.
Quanta verità nella bellezza misteriosa di un grandissimo poeta
Grazie perché la tua scelta è splendida
Adriana
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Sono le parole di Leopardi ad essere splendide; grazie a lei per il supporto!
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Mi astraggo dalla realtà talvolta deludente leggendo molto…. e i Classici , i Grandi della letteratura rappresentano per me un insegnamento quotidiano da cui attingere sovente. Leopardi l’ho portato alla maturità ormai lontanissima… ma lui vive nelle trame della mia vita, sempre; l’ho amato da subito. Grazie! Il tuo Blog lo seguirò volentieri perché rende immediato il contatto con ESISTENZE significative che hanno lasciato un’impronta, ancora e sempre capace di nutrire lo spirito.
Una carezza🌻
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Sono felicissima che la mia intenzione sia stata compresa ed apprezzata in questo modo; davvero, davvero grazie ❤
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L’ha ribloggato su luca701.
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Leopardi è parte dei cuori di tutti! 🙂
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🙂
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