Nel 1835, nella raccolta dei Canti, veniva pubblicata A se stesso, del giovane favoloso Giacomo Leopardi. Componimento appartenente al cosiddetto Ciclo di Aspasia, si dice fosse stato ispirato dall’amore disilluso del poeta per la nobildonna Fanny Targioni Tozzetti:
A se stesso
Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perì l’inganno estremo,
ch’eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, né di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T’acqueta omai. Dispera
l’ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Omai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che. ascoso, a comun danno impera,
e l’infinita vanità del tutto.
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