Da Ossi di seppia di Eugenio Montale, il secondo componimento della cosiddetta serie dei Sarcofagi che risale agli ultimi mesi del 1923:
Ora sia il tuo passo…
Ora sia il tuo passo
più cauto: a un tiro di sasso
di qui ti si prepara
una più rara scena.
La porta corrosa d’un tempietto
è rinchiusa per sempre.
Una grande luce è diffusa
sull’erbosa soglia.
E qui dove peste umane
non suoneranno, o fittizia doglia,
vigila steso al suolo un magro cane.
Mai più si muoverà
in quest’ora che s’indovina afosa.
Sopra il tetto s’affaccia
una nuvola grandiosa.
Conhiasidero Montale, il mio compagno di viaggio, il compagno di un viaggio vissuto con il mio compagno, fatto di battaglie e di conquiste.
Quante volte ho letto le sue “creature poetiche”, dedicate all’amata moglie, e quanto amo vivere tra le parole di “Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione di scale”
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