Una solitudine, d’aspetto vago, avanza nella notte schiacciando l’universo,
ingoia il silenzio in bocconi amari, aspettando, tutta sola, che torni la luce.
La volta celeste di un nero corvino, un manto screziato di tenui brillanti,
incalza i suoi passi lesti e danzanti; nessuna voce, nessun richiamo,
solo il suo battito d’ali al cielo: si alzava in volo per andare lontano,
soltanto un po’ più vicina alla luce.
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